Quarto d'Altino, Venezia, 2003, architettura d'interni, 95 mq
Un ambiente a pianta pressoché quadrata, di considerevole altezza interna, con un piccolo volume antistante l'ingresso contenente il servizio igienico, un anonimo pavimento in gres porcellanato, invasivi serramenti in alluminio rosso: questo l'aspetto iniziale dell'immobile. Di contro, la necessità della committenza era quella di avere a disposizione un ambiente spazioso, ma con un paio di ambiti più privati, neutro nei colori (per dare risalto alle collezioni di abbigliamento esposte), regolato nell'ingresso della luce, con un carattere proprio.
L'intervento in planimetria ha perciò previsto di affiancare al vano del servizio igienico, in posizione arretrata, uno spazio di deposito e un office privato. La parete di delimitazione non è chiusa da porte ma è semplicemente interrotta da un passaggio a tutta altezza. Il resto rimane un ambiente aperto, percettivamente diviso in due aree di lavoro. In sezione si è ridotta ovunque l'altezza per conferire maggiore proporzione alle dimensioni interne e per gli alloggiamenti tecnici d'illuminazione. La porzione del soffitto tra ingresso e parete di fondo ha un abbassamento più consistente, tinteggiato di un grigio quasi nero dalla forte valenza grafica ed efficace come sfondo per un elemento decorativo o un capo di abbigliamento particolarmente pregiato.
La stesura di una resina opaca grigia molto chiara ha reso uniforme il pavimento, alle pareti candide si sovrappongono mobili bianchi anch'essi, gli infissi esistenti sono stati mascherati da tende alla veneziana bianche, a eccezione del lato sud orientale, dove si è scelta una cortina continua di tessuto dalla tonalità più calda di bianco. Gli appendiabiti realizzati in acciaio inox satinato, modulari, tavoli e sedie in acciaio, cristallo e finiture nere conferiscono maggior rigore all'atmosfera neutra ma accogliente dell'ufficio.