Dal 2005 al 2008 nascono alcuni allestimenti scenici per quattro spettacoli ideati, diretti e interpretati dall'attrice veneziana Margherita Stevanato. Spettacoli di natura diversa ma che hanno in comune la ricerca di una stretta relazione tra i testi e le musiche a loro accostate, tratte dal repertorio classico o contemporaneo e, in alcuni casi, appositamente commissionate.
"Storie di fiori, di suoni, d'alberi ... e ninfe" nasce dall’idea che un giardino può diventare il palcoscenico dell’incontro tra scrittura e natura. Gli spettatori sono invitati a percorrerlo accompagnati da suoni, attratti da parole e oggetti, il tutto combinato assieme nella logica site-specific. Gli oggetti, installati diversamente a seconda del parco in cui lo spettacolo si svolge, compongono sia materiali naturali desunti dall'intorno, sia, a seconda del contesto, altri che ne amplificano le peculiarità, coinvolgendo il supporto cartaceo di parole e musica e le sorgenti di luce a fiamma, le sole volute e necessarie per lo spettacolo.
Parco di villa Soranzo Conestabile / Scorzè, Venezia settembre 2005 - Parco di villa Tron Mioni / Dolo, Venezia ottobre 2005
Per Euridice ricostruisce il mito di Orfeo attorno al nucleo costituito da un monologo di Luciano Menetto e un brano musicale di Claudio Ambrosini. L'allestimento scenico costruisce il cammino dell'interprete, obbligato in tre stazioni e sollevato dal piano del palcoscenico. I diversi materiali usati nell'assemblaggio provengono dal cantiere edile ma sono resi omogenei tra loro da un astratto ed evocativo colore bianco.
Villa Orsini / Scorzè, Venezia settembre 2007 - Centro Culturale Candiani / Venezia Mestre febbraio 2008
Come in uno specchio e Frau Schumann raccontano le donne, la loro vita e il loro fare artistico,siano esse scrittrici, musiciste o compositrici. Gli allestimenti per questi due spettacoli sono accomunati dall'uso grafico e scenografico della scrittura e della notazione musicale. Il primo, ideato appositamente per le Sale Apollinee del Teatro La Fenice di Venezia, amplia visivamente e vistosamente il brano di apertura di Ingeborg Bachmann, riportato su un fondale leggero che scende dal ballatoio e diventa tappeto. Il secondo dispone sui due piani della scena, fondale e palco, i segni della scrittura letteraria e di quella musicale in chiare superfici, geometricamente astratte, che si contrappongono al vuoto nero dello spazio teatrale.
Teatro La Fenice / Sale Apollinee / Venezia maggio 2008 - Centro Culturale Candiani / Venezia Mestre febbraio 2009