Le tradizionali alzatine di vetro, diverse per epoca, fattura e provenienza, sono sollevate dall'usuale piano di appoggio e, quasi riplasmate nella forma, innescano sulla tavola un gioco straniante e ordinato assieme: si sospende nel vuoto ciò che nasce per contenere sollevando, e nel contempo lo si dota di una base geometrica a denominatore comune e regola della diversità tra i vari esemplari.
Sono state ideate per il White Tea di Maria Napoli (novembre 2007), occasione in cui la designer e artista veneziana ha aperto ad amici, conoscenti e clienti la propria casa per mostrare le ultime creazioni e offrire ai propri ospiti cibi dolci e salati e bevande calde e aromatiche. Gli assunti stabiliti allora come dato di partenza erano: funzionalità rispetto all'uso per un buffet, minore copertura possibile del piano d'appoggio, analogia con la logica di realizzazione ed estetica dell'ambiente domestico e di lavoro della proprietaria. Ne è uscita quest'alzatina sospesa, che mette assieme una di quelle tradizionali (in vetro trasparente stampato o molato acquistate spesso nei mercatini) e una sottile struttura di appoggio, ciascuna realizzata a misura, in acciaio verniciato di bianco, di sezione quadrata di 5 mm di lato.
Quest'idea ha generato una variante, realizzata in due esemplari, che utilizza vecchi e pregiati elementi in vetro di Murano che in origine avevano tutt'altra funzione. Si tratta di “coppe” (in origine paralumi) in vetro trasparente “Rostrato”, una lavorazione tipica della vetreria Barovier e Toso degli anni '40 del Novecento. Il loro foro di base è chiuso con perle di Murano realizzate a lume con foglia d’argento e in vetro soffiato trasparente. Il tutto è appoggiato a una struttura in acciaio inossidabile lucidato a specchio, analoga a quelle bianche.
Sono state esposte alla galleria Tallulah Studio di Milano per il Fuorisalone 2009, e pubblicate su Velvet n. 35/2009 e su Gala Gourmand n.125/2011.